Il Carcere Borbonico di Siracusa, è situato sull’isola di Ortigia, il centro storico della città, a cavallo fra il quartiere della Graziella e quello Umbertino, di fronte al mare e al moderno Parcheggio Talete, proprio a due passi dal caratteristico Mercato rionale e dal Tempio greco di Apollo (inizi VI secolo a.C.).
Realizzare un Carcere, a supporto delle prigioni del Castello Maniace e di quelle del Carcere Centrale ubicato in casa Cardona a Piazza S. Giuseppe, si rivelò fondamentale con la restaurazione del regime borbonico e la proclamazione della legge marziale. Pensate che con barba lunga, basette all’italiana o nuove fogge nel vestire, si veniva immediatamente arrestati.
Risale, comunque, già ai primi dell’Ottocento, la necessità di edificare un carcere a Siracusa. Ma è soltanto nel 1849 che presero il via i lavori di costruzione del Carcere Borbonico, ai tempi anche sede del tribunale, su progetto di Luigi Spagna, ingegnere di prima classe del Genio Civile, esperto di chiara fama, che aveva già costruito diversi palazzi nella provincia di Siracusa. I lavori terminarono nel 1854, come riportato sul concio di chiave dell’arco d’ingresso. Su quest’ultimo, Spagna realizzò anche un occhio, forse quello vigile della Giustizia, dato che il monumento era sede del Tribunale, oppure, lo si potrebbe identificare con quello dei detenuti, che attraverso le fessure delle grate, potevano vedere la libertà a loro negata, o ancora, lo si potrebbe ricondurre alla stessa struttura “panottica” dell’edificio.
L’ingegnere Spagna, realizzò il Carcere su due livelli, oltre il piano terra, articolando i corpi di fabbrica intorno ad un cortile centrale ottagonale, secondo il metodo panottico. Quest’ultimo, infatti, prevedeva appunto un cortile centrale che consentiva la visione simultanea di tutte le ali del monumento. L’edificio poteva ospitare fino ad un massimo di 250 detenuti.
Dal 1990, anno del forte sisma che sconvolse il siracusano, questo monumento è chiuso al pubblico, è in vendita ed è in condizioni che richiedono urgenti cure. Bisognerebbe restaurare il Carcere, concedergli una nuova vita, magari come contenitore culturale o struttura ricettiva, così da riqualificare anche l’intero quartiere adiacente all’edificio, che, verosimilmente, risente dello stato di degrado in cui versa quest’ultimo.